Circuit bending
Il CIRCUIT BENDING e’ un approccio. Che racchiude in se diversi aspetti direttamente legati all'autogestione.
Per prima cosa permette di attivare la creatività, perchè lo scopo è creare qualcosa di nuovo. Per suonare ad esempio. (ma si applica anche ad altri campi ovviamente). La ricerca del suono, la sperimentazione, il gioco, è un processo creativo, e il circuit bending permette di farlo senza ricorrere a costosi sintetizzatori.
E' dunque creatività low-cost. Che libera l'espressione dai vincoli imposti dal "music business".
Inoltre è un processo assolutamente orizzontale, perchè non c'è alcun bisogno di essere un esperto di elettronica per sperimentare, anzi, l'elemento casuale è un valore aggiunto!
A qualcuno potrebbe suonare strano! C'e' una scuola di pensiero meccanico che dice che a un lavoro complesso e di cui non so nulla non dovrei accingermi affatto. Secondo questa scuola dovrei affidare il lavoro ad uno specialista. E' una scuola elitaria che serve solo a se stessa e che ci piacerebbe veder spazzata via...
L'idea che possiamo inventare dei suoni, riciclando giocattoli o strumenti creati da illustri ingegneri o da multinazionali del mercato musicale assume un significato ricco di senso e con infinite potenzialità.
Inoltre ci svincola dalla gogna dell'alta fedeltà. E' distorsione, piegatura (bending appunto), è low-fi, alla portata di tutti, è senza pretese.
Non è la tecnica ad essere protagonista, ma l'espressione. Nonostante si lavora su tecnologie, e sulla musica.
Infine è riciclo, il che, nell'epoca del consumo, ha una valenza incredibile. In un secchio della mondezza, pronti al macero di questa società usa e getta, potremmo trovare tanti potenziali strumenti che generano suoni incredibili.
Condividere Saperi / Riciclaggio / Autoproduzione
Il circuit bending è una (delle tante) possibilità di diffondere conoscenze, socializzare saperi, technologie, strumenti e divertimenti che normalmente sono accessibili solo al business o al mondo del lavoro. Per condividere le nostre conoscenze gratuitamente senza scopo di lucro.
E' una forma di riciclaggio contro la logica consumistica che avvolge la nostra società, dimostrando possibile liberarsi dalla schiavitu' "dell'ultima novità" e sostenere l'accessibilità della tecnologia a tutti.
Tramite questa pratica siamo alla ricerca di una diffusione sistematica, organizzata e completamente gratuita di materiali, produzioni, documentazioni, espressioni, creazioni, parole. Liberata dai vincoli imposti dal copyright.
Infine è una via per creare autoproduzioni di musica, comunicazione, che si contrappone alla logica del business e della mercificazione del sapere.
In sostanza... utilizzare la tecnologia al contrario di come viene utilizzata... non per produrre, non per controllare ma per liberare dal controllo dettato dall'ignoranza o dalle impossibilità economiche.
Costruire per suonare
L'idea di preparare gli strumenti che poi verranno utilizzati pone l'atto creativo al di fuori dei personalismi e dall'ego-artistoide.
L'attitudine della star, troppo spesso scimmiottata anche da band ed artisti "underground", non calza affatto con la logica del circuit bending.
In questo approccio, l'artista è anche "ingegnere" (pur non avendo alcuna nozione di ingegneria!), è l'artigiano che costruisce lo strumento. E' il fonico, interfaccia audio-sociale, alla ricerca di un suono che possa esprimere al meglio il proprio sentire, ed è infine il musicista, che si ritrova su un palco, come atto finale di un bellissimo percorso di autoproduzione.
Questo schema, composito, articolato, e completamente al di fuori delle logiche di mercato, è esso stesso il cortocircuito. Esso può essere qualcos'altro oltre un "errore".